Rastrelli. Arte, teatri e attori al tempo della peste è un racconto fortemente simbolico e contemporaneo, che mostra disegni e scene mai viste prima, vere opere d’arte davanti alle quali si sono esibite compagnie di comici itineranti. Ma soprattutto, Rastrelli è un documentario che scopre al mondo l’importanza che aveva Anghiari in epoca medicea: così importante da avere quattro teatri attivi al chiuso e uno all’aperto.

E in uno di questi Teatri, il più importante della città, rimane appeso per più di 400 anni il ritratto – considerato fino ad oggi scomparso – della più grande attrice della Commedia dell’Arte: Virginia Ramponi Andreini, moglie di Giovanbattista Andreini, lo Shakespeare italiano. L’autore è Cristofano Allori, celebre pittore fiorentino.

Episodio centrale di questa storia tanto affascinante quanto sconosciuta: una compagnia di attori itineranti, resta bloccata dalla peste fra lo Stato della Chiesa e il Granducato di Toscana. È il 1631. Forse arrivano da Siena. Si sa poco di loro, ma di sicuro si sa che l’alternativa a morire di peste, è morire di fame. Non resta che provare a recitare: il governatore dei Medici (che, ironia della fame e della sorte, si chiama Capponi), dà ai comici il permesso di tornare a recitare: si tolgono i “rastrelli” messi alle porte della città (vere e proprie muraglie di assi di legno per frenare il contagio) e con queste si monta un palcoscenico, senza curarsi troppo delle “distanze di sicurezza”: i “cantambanchi” festeggiano così la fine dell’epidemia e a fine commedia finalmente si mangerà…

Una storia mai narrata finora, un ritorno alla vita attraverso la bellezza dell’Arte e la forza dirompente del Teatro, raccontata da Andrea Merendelli, in un viaggio dove reale e virtuale fioriscono da opere d’arte e documenti d’archivio in gran parte sconosciuti, vincendo così il virus peggiore: la perdita della memoria di chi siamo.

Musiche originali per la Commedia dell’Arte, coordinate da Giorgio Pinai ed eseguite da Fabrizio Lepri, Luca D’Amore, Teresa Peruzzi, Angiolo Luttini, oltre allo stesso Pinai.